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San Cesareo (RM)
Novena di Natale 2024 – 8° giorno

Novena di Natale 2024 – 8° giorno
Cristo Gesù, speranza della genti

Invitatorio (Canto delle Profezie)
Mentre si canta o si recita l’antifona ci si segna con il Segno della Croce.

Ant. Regem venturum Dominum, venite adoremus

Oppure

Ecco il Signore viene, venite adoriamo

Oppure

Venite, adoriamo il Cristo Salvatore

 Gioisci, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme:
ecco viene il Signore e splenderà in quel giorno una gran luce,
e i monti stilleranno dolcezza;
dai colli scorrerà latte e miele,
perché viene il gran profeta,
Egli rinnoverà Gerusalemme. Ant.

Ecco viene l’uomo-Dio della casa di David,
Egli siederà sul trono;
Voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore. Ant.

Ecco viene il nostro difensore, il Santo d’Israele,
porta sul capo la corona del regno.
Egli dominerà dell’uno all’altro mare,
e dal fiume agli ultimi confini della terra. Ant.

Ecco apparirà il Signore
non verrà meno alla parola data:
fioriranno in quel giorno giustizia e pienezza di pace.
Tutti i re della terra lo adoreranno,
a lui tutte le genti serviranno. Ant.

Il Signore discenderà come pioggia sul vello:
in quei giorni spunterà la giustizia e l’abbondanza della pace:
tutti i re della terra lo adoreranno
e i popoli lo serviranno. Ant.

Ecco ci nascerà un bimbo,
si chiamerà Dio forte:
siederà sul trono di David suo padre e regnerà
sulle sue spalle porterà lo scettro. Ant.

Betlemme, città del Dio Altissimo,
in te nascerà il Dominatore d’Israele,
generato dall’eternità, tutta la terra canterà la sua lode
e quando verrà, sarà pace sulla nostra terra. Ant.

L’ultima strofa varia ogni giorno della Novena.

In quel giorno manderà il Signore stesso un segno dal cielo
e una vergine darà alla luce un figlio.
Sarà chiamato Dio con noi, si nutrirà di panna e miele
e governerà con giustizia tutti i popoli del mondo. Ant.

 

Polisalmo

Gioiscano i cieli ed esulti la terra *
tripudiate di gioia, o monti.

Prorompono in giocondità i monti, *
e i colli in giustizia.

Perché verrà il nostro Signore, *
e avrà misericordia dei suoi poveri.

Stillate, cieli, dall’alto, e piovano il Giusto le nubi: *
si apra la terra e germogli il Salvatore.

Ricordati, Signore, di noi, *
e visitaci con la tua salvezza.

Mostraci, o Signore, la tua misericordia, *
e donaci la tua salvezza.

Manda, o Signore, l’Agnello dominatore della terra, *
da Petra nel deserto al monte della figlia di Sion.

Vieni a liberarci, Signore, Dio degli eserciti, *
mostraci il tuo volto e saremo salvi.

Vieni, o Signore, a visitarci nella pace, *
affinché godiamo al tuo cospetto con cuore sincero.

Affinché conosciamo, o Signore, sulla terra la tua via, *
in mezzo a tutte le genti la tua salvezza.

Ridesta, Signore, la tua potenza *
e vieni in nostra salvezza.

Vieni, Signore, non tardare, *
perdona i delitti del tuo popolo.

Oh! Volessi tu squarciare i cieli e discendere. *
Davanti a te i monti si scioglierebbero.

Vieni e mostraci il tuo volto, o Signore, *
Tu che siedi al di sopra dei Cherubini.

 

Lettura breve                                                                                  2Pt 3,8b – 9

Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell’adempire la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.

 

Dalla Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 Spes non confundit, di Papa Francesco (21 – 23)

21. Cosa sarà dunque di noi dopo la morte? Con Gesù al di là di questa soglia c’è la vita eterna, che consiste nella comunione piena con Dio, nella contemplazione e partecipazione del suo amore infinito. Quanto adesso viviamo nella speranza, allora lo vedremo nella realtà. […] Cosa caratterizzerà dunque tale pienezza di comunione? L’essere felici. […]

22. Un’altra realtà connessa con la vita eterna è il giudizio di Dio, sia al termine della nostra esistenza che alla fine dei tempi. […] Il giudizio di Dio, che è amore (cfr. 1Gv 4,8.16), non potrà che basarsi sull’amore, in special modo su quanto lo avremo o meno praticato nei riguardi dei più bisognosi, nei quali Cristo, il Giudice stesso, è presente (cfr. Mt 25,31-46). […] Come scriveva Benedetto XVI, «nel momento del Giudizio sperimentiamo ed accogliamo questo prevalere del suo amore su tutto il male nel mondo e in noi. Il dolore dell’amore diventa la nostra salvezza e la nostra gioia». […] E poiché in tale contesto non si può pensare che il male compiuto rimanga nascosto, esso ha bisogno di venire purificato, per consentirci il passaggio definitivo nell’amore di Dio. Si comprende in tal senso la necessità di pregare per quanti hanno concluso il cammino terreno, solidarietà nell’intercessione orante che rinviene la propria efficacia nella comunione dei santi, nel comune vincolo che ci unisce in Cristo, primogenito della creazione. Così l’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia.

23. L’indulgenza, infatti, permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. […] Il Sacramento della Penitenza ci assicura che Dio cancella i nostri peccati. […] Lì permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui (cfr. 2Cor 5,20), assaporando il suo perdono. […] Tuttavia, come sappiamo per esperienza personale, il peccato “lascia il segno”, porta con sé delle conseguenze: non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche interiori, in quanto «ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio». Dunque permangono, nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei “residui del peccato”. Essi vengono rimossi dall’indulgenza, sempre per la grazia di Cristo, il quale, come scrisse San Paolo VI, è «la nostra “indulgenza”». […] Tale esperienza piena di perdono non può che aprire il cuore e la mente a perdonare. Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è già avvenuto; e, tuttavia, il perdono può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore, livore e vendetta. […]

Silenzio meditativo

V. Stillate, cieli, dall’alto e piovano il Giusto le nubi.

R. Si apra la terra e germogli il Salvatore.

 

Inno

Una voce chiara ridesta
l’oscura notte,
lontano fuggano i sogni,
dall’alto appare Gesù.

Ecco l’Agnello che viene
a cancellare ogni debito
riuniamoci a chiedere
perdono con sincere lacrime.

Il Creatore del mondo
viene fra gli uomini
affinché l’opera delle sue
mani non vada perduta.

Le viscere d’una casta genitrice
son state fecondate dalla grazia celeste,
il suo ventre di fanciulla
nasconde segreti ineffabili.

Quel grembo purissimo
diventa tempio di Dio
intatta, senza conoscere
uomo, dà alla luce il Figlio.

Sia gloria al Padre
e all’unico Figlio
con il Santo Spirito
nei secoli dei secoli.

Amen.

 

Ant. O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

L’anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva. *
D’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli.
Amen.

Ant. O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

 

Orazione
Affrettati, o Signore, non tardare, e impiega per noi l’aiuto della tua grazia celeste, affinché quelli che confidano nella tua pietà vengano sollevati dalle consolazioni della tua venuta. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.

 

Stornelli cantati durante la Novena di Natale dalla Serva di Dio Giuseppina Arcucci