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San Cesareo (RM)
Novena di Natale 2024 – 5° giorno

Novena di Natale 2024 – 5° giorno
Cristo Gesù, speranza della genti

Invitatorio (Canto delle Profezie)
Mentre si canta o si recita l’antifona ci si segna con il Segno della Croce.

Ant. Regem venturum Dominum, venite adoremus

Oppure

Ecco il Signore viene, venite adoriamo

Oppure

Venite, adoriamo il Cristo Salvatore

 Gioisci, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme:
ecco viene il Signore e splenderà in quel giorno una gran luce,
e i monti stilleranno dolcezza;
dai colli scorrerà latte e miele,
perché viene il gran profeta,
Egli rinnoverà Gerusalemme. Ant.

Ecco viene l’uomo-Dio della casa di David,
Egli siederà sul trono;
Voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore. Ant.

Ecco viene il nostro difensore, il Santo d’Israele,
porta sul capo la corona del regno.
Egli dominerà dell’uno all’altro mare,
e dal fiume agli ultimi confini della terra. Ant.

Ecco apparirà il Signore
non verrà meno alla parola data:
fioriranno in quel giorno giustizia e pienezza di pace.
Tutti i re della terra lo adoreranno,
a lui tutte le genti serviranno. Ant.

Il Signore discenderà come pioggia sul vello:
in quei giorni spunterà la giustizia e l’abbondanza della pace:
tutti i re della terra lo adoreranno
e i popoli lo serviranno. Ant.

Ecco ci nascerà un bimbo,
si chiamerà Dio forte:
siederà sul trono di David suo padre e regnerà
sulle sue spalle porterà lo scettro. Ant.

Betlemme, città del Dio Altissimo,
in te nascerà il Dominatore d’Israele,
generato dall’eternità, tutta la terra canterà la sua lode
e quando verrà, sarà pace sulla nostra terra. Ant.

L’ultima strofa varia ogni giorno della Novena.

Ecco sta per venire lo sposo, il re d’Israele, busserà e chiederà di aprirgli la porta.
È giunto ormai il tempo delle nozze, il giorno della sua gioia e della sua felicità.
Pronta è la regina, amabile come l’aurora, bella come la luna e splendente come il sole. Ant.

 

Polisalmo

Gioiscano i cieli ed esulti la terra *
tripudiate di gioia, o monti.

Prorompono in giocondità i monti, *
e i colli in giustizia.

Perché verrà il nostro Signore, *
e avrà misericordia dei suoi poveri.

Stillate, cieli, dall’alto, e piovano il Giusto le nubi: *
si apra la terra e germogli il Salvatore.

Ricordati, Signore, di noi, *
e visitaci con la tua salvezza.

Mostraci, o Signore, la tua misericordia, *
e donaci la tua salvezza.

Manda, o Signore, l’Agnello dominatore della terra, *
da Petra nel deserto al monte della figlia di Sion.

Vieni a liberarci, Signore, Dio degli eserciti, *
mostraci il tuo volto e saremo salvi.

Vieni, o Signore, a visitarci nella pace, *
affinché godiamo al tuo cospetto con cuore sincero.

Affinché conosciamo, o Signore, sulla terra la tua via, *
in mezzo a tutte le genti la tua salvezza.

Ridesta, Signore, la tua potenza *
e vieni in nostra salvezza.

Vieni, Signore, non tardare, *
perdona i delitti del tuo popolo.

Oh! Volessi tu squarciare i cieli e discendere. *
Davanti a te i monti si scioglierebbero.

Vieni e mostraci il tuo volto, o Signore, *
Tu che siedi al di sopra dei Cherubini.

 

Lettura breve                                                                          Cfr. 1Cor 1, 7b – 9

Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli ci confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siamo stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro.

 

Dalla Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 22025 Spes non confundit, di Papa Francesco (10 – 15) 

10. Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. […]

11. Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono. Le opere di misericordia sono anche opere di speranza, che risvegliano nei cuori sentimenti di gratitudine. […] Non manchi l’attenzione inclusiva verso quanti, trovandosi in condizioni di vita particolarmente faticose, sperimentano la propria debolezza, specialmente se affetti da patologie o disabilità che limitano molto l’autonomia personale. La cura per loro è un inno alla dignità umana, un canto di speranza che richiede la coralità della società intera.

12. Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. […]
Per questo il Giubileo sia nella Chiesa occasione di slancio nei loro confronti: con una rinnovata passione prendiamoci cura dei ragazzi, degli studenti, dei fidanzati, delle giovani generazioni! […]

13. Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie. […] La comunità cristiana sia sempre pronta a difendere il diritto dei più deboli.

14. Segni di speranza meritano gli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. Valorizzare il tesoro che sono, la loro esperienza di vita, la sapienza di cui sono portatori e il contributo che sono in grado di offrire, è un impegno per la comunità cristiana e per la società civile, chiamate a lavorare insieme per l’alleanza tra le generazioni. […]

15. Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi. […] Incontriamo persone povere o impoverite ogni giorno e a volte possono essere nostre vicine di casa. Spesso non hanno un’abitazione, né il cibo adeguato per la giornata. Soffrono l’esclusione e l’indifferenza di tanti. […] Non dimentichiamo: i poveri, quasi sempre, sono vittime, non colpevoli.

Silenzio meditativo

V. Stillate, cieli, dall’alto e piovano il Giusto le nubi.

R. Si apra la terra e germogli il Salvatore.

 

Inno

Una voce chiara ridesta
l’oscura notte,
lontano fuggano i sogni,
dall’alto appare Gesù.

Ecco l’Agnello che viene
a cancellare ogni debito
riuniamoci a chiedere
perdono con sincere lacrime.

Il Creatore del mondo
viene fra gli uomini
affinché l’opera delle sue
mani non vada perduta.

Le viscere d’una casta genitrice
son state fecondate dalla grazia celeste,
il suo ventre di fanciulla
nasconde segreti ineffabili.

Quel grembo purissimo
diventa tempio di Dio
intatta, senza conoscere
uomo, dà alla luce il Figlio.

Sia gloria al Padre
e all’unico Figlio
con il Santo Spirito
nei secoli dei secoli.

Amen.

 

Ant. O Chiave di Davide, scettro della casa di Israele, che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire: vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.

L’anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva. *
D’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli.
Amen.

Ant. O Chiave di Davide, scettro della casa di Israele, che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire: vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.

 

Orazione
Affrettati, o Signore, non tardare, e impiega per noi l’aiuto della tua grazia celeste, affinché quelli che confidano nella tua pietà vengano sollevati dalle consolazioni della tua venuta. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.

 

Stornelli cantati durante la Novena di Natale dalla Serva di Dio Giuseppina Arcucci