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San Cesareo (RM)
In comunione… con la Parola!

In comunione… con la Parola! 

di Suor Maria Agata Szymkowiak

Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia […] Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”.

(Ap 3,3.20)

O Parola d’Amore
Presenza Viva
di Gesú Risorto,
Agnello do Dio,
Salvezza e Pace!
Credo in Te!
Ti adoro!
Ti ascolto!
Ti accolgo!
Ti lodo…
Ci rivesti di Te
e ci santifichi.
Gloria a Te!

Faccio memoria
delle Tue meraviglie
nella mia vita,
perchè ogni vita
Tu desideri abitare
con il dono della salvezza
per fare con noi comunione,
comunione nella Comunione
con il Padre.

Faccio memoria
della Tua prontezza
della Tua precisione
della Tua potenza
con cui illumini
e guidi le nostre vite
sulla via della pace.

Tu Sei Parola di Dio
e vuoi abitarci
per la nostra consolazione
per la nostra redenzione.
Fa di noi
Tue sentinelle
Tuoi adoratori
in Spirito e Veritá,
Tuoi testimoni.

O Parola d’Amore
credo che
piú che un ladro
vuoi venire e restare
presso ciascuno di noi
per cenare con noi,
per essere con noi,
in noi, per noi!

È così che desideri
farci partecipi
alla Tua comunione con il Padre.
Ci ammetti a quell’intimitá
dove divinitá e umanitá
si fondono in un cuore solo
e ció avviene
quando veramente
i cuori si attendono,
si incontrano,
si accolgono,
si rispettano.

È la pienezza che offri
a coloro che restano vigilanti.

“Il tuo aiuto,
ci renda sempre lieti
nel tuo servizio,
perché solo nella dedizione a te,
fonte di ogni bene,
possiamo avere felicità
piena e duratura”.

(Colletta XXXIII domenica del Tempo Ordinario)

O Parola d’Amore
resta con noi oggi e sempre!
Il Tuo Spirito
ci aiuti ad essere custodi
vigilanti del nostro cuore.
Ci aiuti ad affermare
che abbiamo un cuore
bisognoso
di comunione
di relazione
di ascolto
di vigilanza
per essere se stesso
in Te!
Che vivi e regni
nei secoli dei secoli
Amen.

Dalla Lettera Enciclica Dilexit nos
di Papa Francesco:

12. Occorre affermare che abbiamo un cuore, che il nostro cuore coesiste con gli altri cuori che lo aiutano ad essere un “tu”. Non potendo sviluppare con ampiezza questo tema, ci avvarremo del personaggio di un romanzo, lo Stavròghin di Dostoevskij. Romano Guardini lo mostra come l’incarnazione stessa del male, perché la sua caratteristica principale è di non avere cuore:«Stavròghin non ha cuore; perciò il suo spirito è freddo e vuoto e il suo corpo s’intossica nella pigrizia e nella sensualità “bestiale”. Perciò egli non può incontrare intimamente nessuno e nessuno incontra veramente lui. Poiché solo il cuore crea l’intimità, la vera vicinanza tra due esseri. Solo il cuore sa accogliere e dare una patria. L’intimità è l’atto, la sfera del cuore. Ma Stavròghin è distante. […] Infinitamente lontano anche da sé stesso, poiché interiore a sé l’uomo può esserlo soltanto col cuore, non con lo spirito. Essere interiore a sé con lo spirito non è in potere dell’uomo. Ora, se il cuore non vive, l’uomo rimane estraneo a sé stesso».

🕊️

Cara Suor Paolinotta mia, raccomando Suor Adriana – le voglia tanto bene. La ringrazio di questo e Dio la compensi e la benedica”.

(Serva di Dio Giuseppina Arcucci, 19.11.1937)

Serena giornata!