Statua dell’Immacolata Concezione di Piazza di Spagna (foto: Avvenire)
Novena dell’Immacolata Concezione – 2° giorno
Piccola riflessione/commento sul Tota Pulchra
Et macula originalis non est in Te – E il peccato originale non è in te
Ciò che viene espresso in questo versetto riguarda in maniera stretta proprio la Solennità che ci prepariamo a celebrare, ossia la verità di fede secondo la quale la Beata Vergine Maria è stata concepita senza peccato originale. Il Beato Pio IX proclamo il dogma dell’Immacolata Concezione con la Costituzione apostolica Inneffabilis Deus l’8 dicembre 1854, tuttavia, la convinzione che la Beata Vergine Maria sia stata concepita senza peccato originale era profondamente radicata nell’animo dei fedeli già molti secoli prima della proclamazione del dogma, come lo stesso Beato Pio IX riportò in maniera sintetica nella Ineffabilis Deus.
Essa iniziò ad emergere in modo particolare in oriente tra il VI e il IX, mentre in occidente si diffuse soprattutto a partire dal secolo XI, dove alcuni teologi, però, pur non mettendo in discussione la santità di Maria, ebbero comunque difficoltà ad accettare questa verità, in quanto, secondo loro, andava in contrasto con la dottrina della Redenzione universale di Cristo. A dare un enorme contributo alla risoluzione delle difficoltà fu il Beato Duns Scoto, vissuto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, attraverso l’argomento della ““Redenzione preventiva”, secondo cui l’Immacolata Concezione rappresenta il capolavoro della Redenzione operata da Cristo, perché proprio la potenza del suo amore e della sua mediazione ha ottenuto che la Madre fosse preservata dal peccato originale. I Francescani [dei quali il Beato Duns Scoto faceva parte] accolsero e diffusero con entusiasmo questa dottrina, e altri teologi – spesso con solenne giuramento – si impegnarono a difenderla e a perfezionarla” (Benedetto XVI, Udienza generale, 7 luglio 2010). Dunque egli, assieme ad altri teologi non fece altro che arricchire “con il loro specifico contributo di pensiero ciò che il popolo di Dio credeva già spontaneamente sulla Beata Vergine, e manifestava negli atti di pietà, nelle espressioni dell’arte e, in genere, nel vissuto cristiano. Tutto questo grazie a quel soprannaturale sensus fidei, cioè a quella capacità infusa dallo Spirito Santo, che abilita ad abbracciare le realtà della fede, con l’umiltà del cuore e della mente” (Benedetto XVI, Udienza generale, 7 luglio 2010).
Vi furono nel corso dei secoli anche interventi di papi o di concili a difesa di questa verità di fede; di seguito ne citiamo solamente alcuni. Nel 1477 Sisto IV approvò i testi liturgici della Santa Messa e dell’Ufficio divino in onore dell’immacolata concezione di Maria, composti da Leonardo da Nogarola, arricchendoli di indulgenze (cfr. Sisto IV, Costituzione Cum praeexcelsa, 27 febbraio 1477: Denzinger, 1400). Sempre papa Sisto IV, dopo qualche anno condannò come “false ed erronee e del tutto estranee alla verità” i libri e le parole pronunciate da alcuni predicatori contro l’Immacolata Concezione (cfr. Sisto IV, Costituzione Grave nimis, 4 settembre 1483: Denzinger, 1425 – 1426). Clemente XI, nel 1708, prescrisse di celerare ovunque la festa dell’Immacolata Concezione di Maria (cfr. Clemente XI, Costituzione Commissi nobis divinitus, 6 dicembre 1708). Anche il Concilio di Trento si espresse a favore del concepimento privo di peccato originale di Maria (cfr. Concilio di Trento, sessione V, Decreto De peccato originali, 6: Denzinger, 1516).
Altri esempi li abbiamo anche in ambito devozionale, pensiamo solamente alla “Medaglia miracolosa”, frutto delle rivelazioni private fatte dalla Beata Vergine Maria a Santa Caterina Labouré, in particolar modo durante l’apparizione del 27 novembre 1830, sulla quale, oltre ad esserci una bellissima raffigurazione della Madonna, vi è incisa una ben nota giaculatoria: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”.
Dunque il Beato Pio IX definì nel 1854 in maniera incontrovertibile questa verità di fede poggiandosi sul magistero dei suoi predecessori, sul contesto liturgico e devozionale, sulle soluzioni emerse dalle discussioni tra teologi e sul sensus fidei del Popolo di Dio. Come “sigillo celeste” alla proclamazione del dogma giunsero dopo qualche anno le apparizioni di Lourdes (cfr. Benedetto XVI, Atto di venerazione all’Immacolata a Piazza di Spagna, 8 dicembre 2008). Non dimentichiamo, infatti, che in una di quelle occasioni la stessa Beata Vergine Maria a Santa Bernadette, che le chiese quale fosse il suo nome, rispose: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Maria è uno degli esempi più limpidi di come Dio si interessi dell’uomo e voglia riportarlo alla dignità iniziale pensata per lui al momento della creazione. Invocarla come senza peccato ci aiuta ad avere fiducia e sostegno nell’affrontare le difficoltà ritrovando la propria identità di figli di Dio.
“Piena di grazia” Tu sei, Maria! Il tuo nome è per tutte le generazioni pegno di sicura speranza. Sì! Perché, come scrive il sommo poeta Dante, per noi mortali Tu “sei di speranza fontana vivace” (Par., XXXIII, 12). A questa fonte, alla sorgente del tuo Cuore immacolato, ancora una volta veniamo pellegrini fiduciosi ad attingere fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace”.
(Benedetto XVI, Omaggio del Santo Padre all’Immacolata a Piazza di Spagna, 8 dicembre 2006)
Orazione
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto o recita di “Tra le pure creature” (facoltativo)
Canto o recita del “Tota Pulcra”